Già il settore delle vendite di automobili nuove è in crisi a causa del Covid-19; se poi si vuole mettere in ginocchio l’intero pianeta automotive rendendo la vita difficile anche a chi vende auto usate, beh…
Assonauto (Associazione Nazionale Rivenditori Auto), lancia un allarme per cercare di salvare la categoria di riferimento, quella dei rivenditori di auto usate, e per tutta la filiera produttiva/distributiva che riguarda direttamente e indirettamente il settore automotive.
Stiamo parlando di un mercato che annualmente coinvolge vendite di beni per oltre 6.000.000 di veicoli, i quali per rispondere ai requisiti di sicurezza e ambiente posti dalle normative, richiedono controlli accurati, prove dinamiche su strada, spostamenti presso strutture per ripristini meccanici.
In questo quadro, di cui i rivenditori di automobili sono il pilastro portante, si identifica come imprescindibile l’uso della Targa Prova quale strumento necessario per ottemperare agli spostamenti di autoveicoli targati e non, per i quali si rendano necessari gli interventi di cui sopra.
Purtroppo lo scorso 25/08/2020 la Suprema Corte di Cassazione, chiesta di giudicare un ricorso per un caso specifico di responsabilità assicurativa, al punto 52 paragrafo 5 della sua sentenza ha evidenziato come: “… La targa di prova presuppone l’autorizzazione ministeriale, e se quest’ultima può essere concessa solo per i veicoli privi di carta di circolazione, ne consegue che l’apposizione della targa di prova sui veicoli già targati è una prassi che non trova riscontro nella disciplina di settore”.
Le conseguenze, come si capirà, non sono trascurabili e la preoccupazione, per chi vende macchine usate, è tanta.
Questa sentenza, pur se possibile oggetto di future decisioni non conformi, è comunque un precedente importante che pone più di qualche dubbio sulla conciliabilità del principio citato con quanto previsto dalla normativa sul Documento Unico e i conseguenti obblighi assicurativi. Come comportarsi in caso di veicoli acquistati a seguito di minivoltura, essendo indicato nel DUC che non possono circolare e quindi essere assicurati ordinariamente?
Cosa fare, infatti, se il veicolo è immatricolato, ma non può circolare ed essere assicurato, ma lo si vuole comunque fare testare al cliente su strada? In assenza dello strumento della targa prova com’è possibile procedere (se non impedendone il test per il cliente), quindi lavorare?
Per questi e ter altri motivi Assonauto, attraverso il suo Ufficio Relazioni Istituzionali, sta insistendo per l’apertura di un Tavolo Tecnico presso i Ministeri Competenti, con l’obiettivo di definire in modo organico e compiuto un nuovo perimetro di utilizzo di tale strumento. Riuscirà ad ottenere la giusta attenzione oppure dovremo aspettarci gli ormai tradizionali “silenzi” da parte di chi governa con fin troppa incompetenza e superficialità?